HERVÉ BARMASSE “CERVINO”
LA MONTAGNA LEGGENDARIA
Imponente e solitario, dalla forma perfetta di una piramide, con i suoi 4.478 metri di altezza il Cervino svetta sulle Alpi Pennine, al fondo della Valtournenche.
Considerato a lungo inespugnabile, con la prima ascensione del 1865 nacque il suo mito, che si diffuse rapidamente in tutto il mondo rendendolo una vetta leggendaria.
Da 160 anni attrae scalatori e alpinisti da Paesi vicini e lontani con un innegabile magnetismo, suscitando un misto di rispetto, timore e fascinazione che ne fanno una meta unica e ambita per turisti e alpinisti. Ma non solo. La sua popolarità e la sua storia l’hanno reso simbolo e icona montagne più belle e quasi perfette; lo Shivling è il Cervino dell’India, l’Ama Dablam del Nepal, l’Alpamayo delle Ande, il Masherbrum del Karakorum. Tutte si riferiscono al Cervino.
Con la prima ascensione nel 1865 tutte le cime più prestigiose delle Alpi erano state salite. Nel frattempo, l’alpinismo entrava in una nuova era; dopo quella dei primordi, motivata da ragioni scientifiche, e la successiva, caratterizzata dal desiderio di conquista, iniziava a prendere forma la fase dell’alpinismo sportivo-esplorativo. Il crescente desiderio di avventura e la sfida verso i limiti della scalata spingeva gli alpinisti a tentare di raggiungere le montagne già salite per itinerari differenti, più difficili e giudicati impossibili dalle generazioni precedenti. E poi rimanevano da scalare tutte le cime minori, quelle più verticali e strapiombanti. Con queste premesse le Alpi hanno ancora moltissimo da offrire e il Cervino, dopo l’epopea della conquista, diventa nuovamente una delle mete più ambite, con le sue sei creste, le quattro pareti e le pareti nelle pareti: un palmares che ancora oggi pochi alpinisti possono vantare.
Nato e cresciuto ai piedi del Cervino, in una famiglia in cui il mestiere di guida alpina si tramanda da quattro generazioni, Hervé Barmasse, alpinista, scrittore, regista di film di montagna e guida alpina, è il solo ad aver salito tutte e sei le creste in solitaria. Un legame intimo e profondo lo lega alla montagna di casa, salita per la prima volta a sedici anni. Sulla Gran Becca, tra prime ascensioni solitarie, prime invernali e vie nuove, è l’alpinista che ha all’attivo più exploit e l’unico, dopo Walter Bonatti, ad aver aperto una via nuova in solitaria. Ed è tramite l’alpinismo, e l’incontro con il Cervino, che l’alpinista valdostano ha creato un rapporto stretto con la natura.
A partire dal suo ultimo libro, Cervino. La montagna leggendaria, la mostra dell’estate 2023 al Museo Nazionale della Montagna e alla Casa Alpina IREN della diga di Ceresole Reale, nel Parco del Gran Paradiso, vuole raccontare la montagna più iconica delle Alpi attraverso gli occhi di un alpinista e ripercorrerne la storia delle ascensioni fino ai giorni nostri tramite materiali storici del Centro Documentazione del Museo e di altri archivi, tra i quali Fondazione Sella di Biella, Archiv des Deutschen Alpenvereins di Monaco di Baviera, Archivio della Società Guide Alpine del Cervino, Archivio Ragni della Grignetta di Lecco, oppure provenienti da raccolte personali. Il racconto cronologico, partendo dalla prima salita, con fotografie, documenti, materiali originali e video narra le imprese dei protagonisti, mentre una proiezione immersiva, a cura di auroraMeccanica, fa rivivere ai visitatori il fascino dell’iconografia che ha visto nascere e nutrito il mito del Cervino.
Il percorso di visita è corredato dalle testimonianze del giornalista e scrittore Enrico Camanni, che ha anche contribuito allo sviluppo dei contenuti dell’esposizione; di Luciano Bolzoni, architetto, storico dell’architettura e direttore di Alpes; di Michele Freppaz, pedologo e nivologo dell’Università di Torino.
La mostra è finalizzata alla valorizzazione culturale della pratica dell’Alpinismo, a seguito dell’iscrizione a Patrimonio Immateriale UNESCO avvenuta a fine 2019, per la quale il Museomontagna ha redatto il dossier di candidatura internazionale. Il progetto è realizzato nell’alveo del progetto WeClub. Alpinismo: ama, rispetta, comunica del Club Alpino Italiano e finanziato dal Ministero della Cultura a valere sui fondi Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO”.