WALTER BONATTI
La mostra presso la Casa Alpina Iren alla diga di Ceresole Reale
L’estate della Valle Orco, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, sarà animata per il quarto anno consecutivo da una mostra prodotta dal Museo Nazionale della Montagna di Torino e ospitata dal Gruppo Iren nella Casa Alpina “Pierfranco Nigretti” alla diga di Ceresole. Una sinergia che si radica in un territorio dove Iren è presente anche con i propri impianti idroelettrici, contribuendo alla valorizzazione della montagna e del suo patrimonio.
Il protagonista è Walter Bonatti (1930-2011), un personaggio unico nella storia dell’alpinismo per le imprese realizzate: dalla Nord delle Grandes Jorasses scalata a 19 anni fino alla solitaria invernale sul Cervino, passando per il Grand Capucin, “l’impossibile” Dru, le spedizioni verso il Karakorum e le Ande. Ma unica e vincente è stata anche la sua battaglia per la verità sul “caso K2”, combattuta fino a rimarginare pubblicamente la ferita che lo aveva segnato.
E Bonatti è unico per come ha saputo trasfondere lo spirito dell’alpinismo nella sua “seconda vita” di reporter-esploratore, per come ha intuito il legame tra le asprezze della montagna e i luoghi primordiali della Terra, spingendosi ai suoi confini per poi tornare a raccontarli. Per decenni ci ha accompagnato tra ghiacciai e foreste, deserti e vulcani; con le sue parole e immagini ha davvero “fermato le emozioni”, permettendo a tutti di condividerle con lui.
La mostra nasce dall’archivio Walter Bonatti, donato al Museomontagna nel 2016 dai suoi eredi: materiale alpinistico, appunti e dattiloscritti, interviste e filmati, onorificenze e documenti, sessant’anni di corrispondenza e di ritagli stampa. E circa 110.000 fotografie. Impossibile esporre integralmente un tale tesoro, quindi abbiamo scelto di raccontare, per suggestioni, la continuità delle “due vite” di Bonatti e la sua capacità di coinvolgerci in entrambe.
I suoi non sono mai semplici ritratti, ma istanti vissuti, partecipati: anche nelle foto – immagini ferme per definizione – Bonatti sembra sempre in movimento verso una meta o una meraviglia, immerso nei suoi entusiasmi e fatiche. Non è mai distaccato: prende sul serio i propri sogni, e sfida i propri limiti con consapevolezza. In lui emergono sempre lo stupore e il rispetto del piccolo uomo al cospetto della grande natura.
La sua dedizione e il suo riempirsi i polmoni di libertà sono parte di ciò che riesce a trasmetterci e di cui ancora sentiamo l’attualità e il fascino.