MARIEKE VAN DER VELDEN

Das Paradies
, 2015


Das-Paradies
(2015) è un progetto di Marieke van der Velden. Con questo lavoro la fotografa documentarista olandese esplora il fenomeno del turismo mediorientale in Austria. Ogni anno, in estate, il villaggio di Zell am See riceve quasi 70.000 turisti dagli Stati del Golfo. Quando le temperature negli Stati del Golfo possono raggiungere facilmente i 50 gradi, Zell am See diventa una delle mete preferite per una vacanza “rinfrescante”.
Nel 2015 anche Van der Velden e la giornalista olandese Saskia Adriaens si sono unite ai turisti per una breve vacanza.

 

 

UNA CONVERSAZIONE TRA L’ARTISTA E I CURATORI 

 

VL
Trovo il tuo lavoro molto interessante perché partendo da un unico fenomeno – il grande aumento dei turisti arabi con la massiccia spinta finanziaria per la regione – riesci a farci riflettere su diversi aspetti che raccontano efficacemente la complessità della montagna nel XXI secolo.
Con campi e foreste lussureggianti che offrono un’abbondanza di verde e pittoresche montagne innevate che si riflettono nelle acque cristalline di un lago calmo, l’idilliaca cittadina di Zell am See è un vero e proprio paradiso per gli arabi, come vuole il Corano. Ma invece il mondo occidentale crede che una destinazione turistica non sia più autentica quando i suoi valori culturali e le sue tradizioni cambiano. Ho letto che il marketing regionale di Zell am See è stato cancellato nel 2012 e la popolazione locale si lamenta della situazione mentre altri parlano di un felice mix che rende Zell am see un affascinante crogiolo di culture incrociate.
Guardando le tue foto, mi vengono in mente diverse domande: Attraverso il filtro del tempo libero e del turismo, che hai indagato anche in altri progetti, quale società contemporanea pensi di descrivere?

 

MVDV
Penso che sto descrivendo una società moderna, una società in cui tutti vogliamo sperimentare e sentire il mondo viaggiando, essendoci realmente, invece di sognare l’altro mondo solo con un libro pieno di paesaggi (come avevamo per esempio negli anni cinquanta o sessanta). Viviamo in un mondo dove tutto è possibile per un numero sempre più grande di persone. E questo conferisce uno status dopo essere stato in un determinato luogo.
Quali effetti hanno i luoghi sulle persone e le persone sui luoghi?
Non sono sicura che le persone abbiano un effetto sulle montagne. Forse sembra così, ma queste montagne sono così antiche, sono sopravvissute a milioni di anni, quindi sopravviveranno anche a queste persone e a questa attrazione turistica.
Ma penso che la gente sia davvero attratta da posti come le montagne austriache perché sono così impressionanti, così vecchie, così opprimenti e solide. Le valli verdi tra le montagne si sentono sicure come una culla calda e accogliente. La temperatura è perfetta per gli esseri umani. C’è molto ossigeno. È un posto fantastico.

 

 

 

AL
La ricerca di freschezza da parte di persone che vivono in zone estremamente calde è la ragione per cui questo turismo ha preso forma. Questa realtà, però, si fonde emblematicamente con ciò che il riscaldamento globale sta producendo a livello mondiale, provocando la migrazione delle popolazioni e la modifica delle esigenze di ogni specie vivente. Un fenomeno che mi fa pensare anche all’assalto alla montagna come luogo in cui trovare riposo per il corpo e la mente.
Come coniugare il turismo sostenibile con il bisogno di sussistenza che hanno i luoghi di vacanza? Non rischiamo di sconvolgere le ultime aree naturali meno contaminate che abbiamo?

MVDV
Questa è una domanda molto interessante, perché effettivamente c’è un grande contrasto. Vogliamo viaggiare in posti di tutto il mondo per vedere la bella natura e i paesaggi, e allo stesso tempo la stiamo distruggendo con l’enorme inquinamento che causiamo con i voli in aereo e così via.
Viaggiare in tutto il mondo ci ha portato molto, abbiamo un’idea migliore del mondo, ed è bello incontrare persone che non hai mai incontrato prima. Le culture si mescolano e ci sono buone conversazioni. A Zell am Zee si potevano vedere le diverse culture mescolarsi e mi è piaciuto molto.
Ma c’è anche un altro lato di questa realtà: Noi/io abbiamo fatto parte del piccolo gruppo nel mondo che ha causato il più grande inquinamento negli ultimi anni. Molte persone non voleranno mai o andranno mai in vacanza dall’altra parte del mondo perché non possono permetterselo o non possono ottenere un visto per viaggiare (come le persone del continente africano o del continente sudamericano, per citarne alcune).
Penso che sia il momento per noi (e per me) di vedere questo e ammetterlo, e trovare altri modi di viaggiare, come il treno, o avere vacanze più vicine alle nostre case.

 

 

MARIEKEVANDERVELDEN7

Per tutte le immagini: courtesy l’artista.

 

 

BIO
Marieke van der Velden (46) è una fotografa olandese che, oltre ai suoi incarichi commerciali, è stata incaricata più di 45 volte di catturare le storie di diverse ONG.
Oltre a questo, dal 2011 ha lavorato a progetti indipendenti. Con lavori come ‘Baghdad Today’, ‘A monday in Kabul’, ‘Nederland O Nederland’, e il film ‘The Island of all together’ cerca di mettere le notizie quotidiane in una prospettiva più ampia per lo spettatore. I suoi progetti sono stati pubblicati e trasmessi in tutto il mondo.

www.mariekevandervelden.com